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Anche gli ulivi si ammalano, ma quanto conta come reagisci?

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Dalla tignola all’occhio di pavone, dalla mosca alla lebbra dell’olivo passando per la cotonella; l’olivo è una pianta forte ma che deve difendersi da tantissime insidie. Insetti, muffe e parassiti attaccano ogni anno le nostre piante mettendo continuamente in pericolo la produzione, sia dal punto di vista della quantità che della qualità.

In modi diversi e in stagioni diverse, tanti piccoli organismi trovano nei nostri ulivi gli alleati fondamentali per vivere e riprodursi. Alcuni insetti depongono le uova dentro il frutto, altri prosperano sui rami e ramoscelli, ed altri ancora trovano il loro terreno ideale direttamente sulle foglie. 

Questo è il caso dell’occhio di pavonead oggi una delle malattie più dannose e diffuse ad origine fungina; in questo caso infatti le macchie rotondeggianti si manifestano soprattutto sulle foglie, causandone la caduta

Le foglie rappresentano la parte dell’albero che di fatto permette la respirazione, o meglio la fotosintesi. Il rapporto di scambio con l’ambiente esterno è il modo con cui i vegetali riescono a vivere, sabotando questo sistema la salute della pianta ne risente in modo significativo anche se poco attaccata. 

È un po’ come una nostra polmonite!

È chiaro che le condizioni vitali di questi insetti e parassiti sono molto diverse da quelle dei nostri ulivi, e accade che questi ultimi possono sopportare solo parzialmente la loro presenza. I danni che ne conseguono possono rivelarsi stagionali o permanenti, andando dalla (totale o parziale) distruzione del raccolto alla perdita delle foglie, mettendo a rischio la vita stessa della pianta. 

Per noi questa sarebbe una catastrofe economica ed “affettiva”, per via del legame che si è naturalmente creato con la nostra terra e il nostro lavoro.

Come facciamo quindi per evitarlo?

Ci sono degli approcci che si disinteressano completamente della salvaguardia e del rispetto di certi valori massimi di pesticidi e di veleni che vengono usati nell’agricoltura, puntando esclusivamente sulla quantità della loro produzione; questo ha più gravi effetti collaterali, perché da un lato le sostanze nocive per l’uomo rimangono fino al momento della spremitura o del consumo delle olive stesse, e dall’altra si mette una pezza momentanea su un problema che avrebbe bisogno di essere gestito sul medio periodo e in modo sostenibile.

Esistono delle importanti differenze nelle norme che regolano le aziende cosiddette “biologiche” e quelle convenzionali, le quali portano ad una denominazione precisa e controllata. Questo è quello che accade formalmente, ma cosa dice il buon senso?

Partiamo da un punto fermo: le malattie sono parte integrante della vita, compresa quella vegetale.

Noi di Discovering Presila siamo dell’opinione che in una certa misura dobbiamo convivere con le criticità e fronteggiarle, ma non ambire a stravolgere gli equilibri naturali perché rischiamo di aumentarne semplicemente i danni.

Informarsi sulle cause, per esempio, pensiamo sia un ottimo metodo per prevenire i patogeni nell’anno seguente.

Invece di imbottire i nostri terreni di veleni di ogni genere infatti, siamo dell’idea che agire in coerenza e risalire alle cause delle malattie possa accrescere la nostra cultura in merito ed essere un enorme plus in vista degli anni a venire. Uno dei motivi per cui l’ecosistema è diventato via via più fragile nei confronti di patogeni e parassiti infatti, risiede nell’uso sistemico e incontrollato di pesticidi chimici.

Si taglia la testa al toro al principio, il prodotto sembra perfettamente sano (in un certo senso lo è) e gli affari probabilmente andranno parecchio bene perché certi tipi di prodotti del genere hanno anche dei costi relativamente bassi (almeno rispetto a quelli biologici).

Quello che non si vede però è ancora più preoccupante, perché il mercato e le nostre tavole vengono invase da attori che hanno come obiettivo il fatturato, a discapito del buon senso, degli equilibri economici e soprattutto della salute. 

A rimetterci sono come sempre le aziende che operano nel completo rispetto della natura e dei propri clienti.

Particolari tipi di potatura, prestare attenzione all’irrigazione, studiare le migliori cultivar da impiantare o trattare, persino lasciare che la malattia faccia il suo corso (se non causa la morte dell’albero ovviamente) può essere una scelta saggia, che tiene conto non solamente del proprio portafoglio ma anche della vita a sé stante delle piante.

Noi abbiamo scelto questa strada, e ci sentiamo di dire che è quella che ad oggi ci ha ripagato nettamente meglio rispetto alle altre prospettive. ​

Non ci saremmo mai potuti perdonare infatti un comportamento cinico ed egoista nei confronti di ciò che amiamo di più, inoltre l’alta qualità del nostro olio ne avrebbe senz’altro risentito. E’ l’esempio che anche nel business possono essere fatte delle scelte etiche, purchè siano perseguibili e coerenti con la propria vision.

Tu da che parte stai?

Se nel nostro shop online trovi solamente extravergine d’oliva sano e puro, sei così sicuro di poterti fidare ugualmente degli altri rivenditori?

La cosa che ci piace di più, è pensare che questo lo hai reso possibile tu! 

Solamente perché i nostri clienti ci danno fiducia, e la rinnovano ogni giorno, siamo in grado di fornire un servizio serio, rispettoso e puntuale.

Per darti la prova che puntiamo tantissimo su questo, abbiamo deciso di creare la prima community di Olio Reale, tramite la quale sarai direttamente tu a vedere con i tuoi occhi e toccare con mano la salute delle nostre piante e le modalità con le quali lavoriamo con loro.

Per scoprire di cosa parliamo clicca sul bottone e immergiti nelle nostre proposte, da oggi disponibili anche in una versione LITE per i consumatori meno assidui!

Ti aspettiamo nell’altra pagina, sali a bordo!

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