
Nonna Sina ha ci raccontato delle storie sulla sua infanzia, in particolare ci siamo divertiti nell’ascoltare quali giochi faceva da bambina, ovvero negli anni del secondo dopoguerra.
Il periodo non offriva molte possibilità di gioco, ma i bambini seppero adattarsi e inventarono dei metodi alternativi, dando vita alla “singa”, alla “petruglia” e ad “anello anello”.
La “singa” era un gioco per bambini, ma non era molto semplice vincere ed evitare i “pigni”, cioè i pegni da pagare al vincitore! Il gioco consisteva nel tracciare a terra delle “singhe”, cioè delle linee, in modo da creare una griglia di quattro o più quadrati. Dopo di che, ci si muniva di un sassolino e lo si lanciava inizialmente con la mano, poi dalla seconda volta, lo si spostava, saltellando su un piede solo, con il piede che rimaneva poggiato a terra, evitando che il sassolino uscisse fuori dalle “singhe”.
Anche per le “petruglia” bisognava munirsi di sassolini, quattro per l’esattezza, posizionandone tre in una mano e uno nell’altra. Con la mano scelta per giocare bisognava lanciare il primo sassolino, cercando di prenderne un altro dall’altra mano mentre questo era sospeso in aria. La vittoria la otteneva chi riusciva a passare i sassolini da una mano all’altra senza fare cadere quello che si lanciava.
“Anello anello” rispetto alla “singa” e alla “petrulla” è sopravvissuto fino a non poco tempo fa, nonostante sia datato. Questo gioco, per il quale serve un minimo di quattro persone, consiste nel nascondere un anello tra le mani e passarlo ad un altro partecipante, senza farsi scoprire dal giocatore scelto per indovinare a chi è stato passato l’anello. A questo punto colui che ha passato l’anello dirà la frase prevista “anello anello chi ce l’ha l’anello?” e così fino a quando si giunge alla scoperta di chi possiede l’anello.
Vi sono piaciuti i giochi proposti da nonna Sina? Se sì, provateci anche voi!
Il tuo naso è otturato dallo smog e non ricordi il sapore delle verdure di stagione?
L’unica soluzione si trova in Calabria, il Parco Nazionale della Sila!
01.09.2019: oggi ho ricevuto una mail da un mio amico che mi chiede di andare a lavorare con lui a Milano per un progetto molto importante. Per ragioni di privacy ho evitato di citare il suo nome per intero e la società per la quel lavora e, previa autorizzazione, ho deciso di pubblicare la sua mail e la mia risposta perché (il mio amico non me ne vorrà) tutti devono sapere che io e moltissimi altri ragazzi amiamo la nostra Terra e siamo disposti a tutto per renderle l’onore che merita.
Calabria è TRADIZIONE, è GUSTO, è CONVIVIALITÀ, è OSPITALITÀ e potrei andare avanti così per molto perché, sono davvero tanti i buoni aggettivi che la descrivono ma sarei di parte e allora voglio parlarvi e voglio farvi conoscere una delle nostre eccellenze culinarie (chissà perché dici Calabria e pensi subito al buon cibo): LA SOPPRESSATA DI CALABRIA!